La seconda balena

Circa tre settimane fa sulla spiaggia di Pacifica, qualche chilometro a sud di San Francisco, era stato spinto a riva dalla corrente il corpo morto di una balena. Se n'era parlato molto e ci si era interrogati a lungo sulle possibili cause di quella morte senza arrivare ad una spiegazione anche dopo l'autopsia fatta in loco dagli scienziati dei vari centri di biologia marina della zona.
Avevo seguito la cronaca in quei giorni ma non ero stata d'accordo con la scelta di lasciare - irrispettosamente, dal mio punto di vista - quel corpo squartato su quella riva "aspettando che la natura facesse il suo corso". La natura aveva fatto il suo corso, ma di sicuro non aveva previsto che quel corpo fosse divaricato per essere studiato ed esaminato attentamente dall'uomo. 

Questa settimana, una seconda balena è approdata, morta, sulla stessa spiaggia, solo qualche metro più in là.
Leggo la notizia e mi sorprendo, un po' come tutti, per la vicinanza di questi due eventi così rari...  
E poi ieri, per caso, finisco proprio a Pacifica, su quella stessa spiaggia che dista solo un quarto d'ora d'auto dalla Maison Jaune
E questo è ciò che ho visto...

Balena sulla spiaggia di Pacifica
C'era una processione continua di persone, la televisione, molti bambini venuti apposta per vedere da vicino la balena. In effetti non capita tutti i giorni di poter guardare questi mammiferi da questa distanza, di poterli addirittura toccare. 
Ci sono state scene assurde, di bambini che salivano sulla pinna per farsi fare la foto dalla mamma. Altri ragazzini e adulti che prendevano a calci la pancia della balena. 
Sono inorridita.
E proprio non mi capacitavo di come si potesse essere così poco rispettosi di fronte a quella balena deceduta.
Lo sapete che alle balene sono particolarmente affezionata, ma non ne avevo mai visto una morta... Per me è stato particolarmente triste perché negli occhi avevo ancora le immagini di quegli sbuffi che spuntavano all'improvviso sulla superficie dell'Oceano lo scorso gennaio e delle danze di quelle balene che in Baja California mostravano il loro bel muso a pochi metri di distanza da noi mentre dentro di me nasceva la vita. 
Ieri, vedendo il corpo mollo di questa balena, una femmina, distesa a pancia in su, con il muso e la schiena abbandonati sulla sabbia scura di Pacifica, mi sono impressionata... e non sono riuscita a dire molto per il sentimento di profondo dispiacere che provavo nel vedere questo animale privo di vita...

La balena era lì, sotto gli occhi di tutti, dei curiosi che, come me, si avvicinavano per osservarla, per toccarla. Io stessa, che generalmente sono restia a toccare gli animali, ho sentito quasi il bisogno di sfiorarle la pinna, di accarezzarla e, con un gesto gentile, darle il mio saluto, farle il mio augurio di buon viaggio... 
In me c'era sicuramente anche la curiosità di avere un contatto con una balena, di sentire la consistenza di quella pelle che così tante volte avevo visto luccicare sulla superficie dell'acqua quando la loro schiena enorme, nera, grande quanto una collina, si ergeva per qualche istante prima di riscomparire negli abissi marini. 
Sono stata colpita dalla morbidezza di quella pelle, soffice, come non me la sarei mai potuta immaginare...  

Anche Teg la guardava curioso. Non so che cosa abbia capito esattamente, dall'alto dei suoi 18 mesi di vita, non lo so proprio... Ma l'ho visto un po' scosso, così come lo ero io, e forse in parte distratto dalla presenza di così tante persone o comunque sorpreso dalla presenza sulla solita spiaggia di quell'enorme mammifero disteso immobile davanti a lui. 
Gli ho mostrato le conchiglie adese alla pelle della balena, sotto al muso e sulla coda. Erano ancorate, come cozze ad uno scoglio. Erano diventate parte integrante di questo mammifero, della sua pelle scura e spessa... e ora erano tutte lì in bella vista su quel corpo. 
Senza saperlo sono capitata a Pacifica proprio nell'ultimo giorno in cui sarebbe stato possibile vedere integra questa balena. 
Proprio oggi è stata eseguita un'autopsia per capire le cause della morte e la costola e le quattro vertebre rotte hanno fatto pensare ad uno sfortunato scontro con una nave di passaggio. Ecco che in questo caso il mistero è stato svelato... ma in bocca rimane ancora il sapore amaro dell'acqua salata che ieri arrivava dritta in faccia per il forte vento a riva...   

Commenti

Luciano ha detto…
Che tristezza.
Però le persone che si avvicinavano le capisco, è un'occasione unica.
Quelle che prendevano a calci la pancia no, ma i deficienti non hanno nazionalità.
Claudia ha detto…
che cosa triste, povera balena... ci dà proprio il senso della vita appesa a un filo...
Anonimo ha detto…
Molto affascinanti, nella loro tristezza, le tue foto...

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