Vermeer e non solo al de Young Museum

Fino al 2 giugno, al de Young Museum di San Francisco, saranno in mostra 35 dipinti provenienti dalla Royal Picture Gallery Mauritshuis de L'Aia
I lavori di risistemazione e di ampliamento del museo olandese, che dureranno due anni, hanno fatto sì che parte della sua celebre collezione contenente alcuni dei quadri più noti dell'epoca d'oro della pittura olandese, con opere di Vermeer e Rembrandt per esempio, approdasse negli Stati Uniti, dopo due tappe in Giappone. Ora tocca a San Francisco ma seguiranno nell'ordine Atlanta e New York. E anche l'Italia non si tira indietro dall'accogliere questi dipinti: dall'8 febbraio al 25 maggio del 2014 saranno esposti a Palazzo Fava a Bologna (qui per ulteriori dettagli sulla mostra italiana).
Piuttosto che lasciare tutti i quadri nei depositi del museo durante i lavori, la Royal Picture Gallery Mauritshuis ha deciso di prestarli ad alcune importanti istituzioni internazionali, ed ecco quindi spiegato il perché della mostra al de Young.    
L'opera scelta come icona rappresentativa è ovviamente il quadro più famoso: il dipinto di Johannes Vermeer intitolato "La ragazza con l'orecchino di perla". 
Quanto prima andremo a vedere anche noi questa mostra itinerante e di fama internazionale, anche se il biglietto di ingresso di 25$ appare ai miei occhi piuttosto eccessivo, pur tenendo conto del costo più alto della vita qui a San Francisco.  
Ma nel frattempo vi posso parlare di uno degli eventi creati appositamente per la mostra e che ha avuto luogo proprio oggi online. 
Si è trattato di una video conferenza, realizzata grazie ad un hangout di Google Plus, durante la quale è stata intervistata Tracy Chevalier, autrice del romanzo "La ragazza con l'orecchino di perla", uscito nel 1999 in inglese e successivamente tradotto in 39 lingue. 
Il libro ha avuto un grandissimo successo e nel 2003 è uscito anche il film girato da Peter Webber, i cui attori principali sono Colin Firth e Scarlett Johansoon. 
Il film si ispira al romanzo ma non ne segue pedissequamente la trama, come spesso accade. E nonostante la presenza di Colin Firth, in assoluto il mio attore preferito sin dai tempi del suo ruolo affascinante e fascinoso nell'adattamento televisivo della BBC del romanzo di Jane Austen "Orgoglio e pregiudizio", ammetto di avere preferito il libro, come spesso accade.
Sono tanti i discorsi che si potrebbero fare a questo punto sul libro e sul film, sulla scientificità del primo e quindi sul legame tra storia inventata e dati effettivi, relativi al contesto storico-artistico di Vermeer e, ancora, sulla storia ancor più romanzata del film, ma ciò che mi preme mettere in evidenza qui è invece questo: perché gli americani sono così dannatamente bravi nel creare questi eventi "di contorno", che ruotano intorno alla mostra e da essa sono determinati, come l'intervista alla Chevalier in diretta mondiale oggi?
Se ci pensiamo, eventi come questo non sono indispensabili ad una mostra ma permettono di coinvolgere un pubblico più ampio, incuriosendo le persone e attirandole al museo. 
Il ragionamento non è nemmeno così difficile da fare:
- molti avranno letto il romanzo;
- pochi avranno già visto l'opera dal vivo. 
Facendo 1+1, ecco che il de Young Museum decide di parlare del romanzo per ricordare al pubblico che il famoso dipinto, fonte d'ispirazione del celebre libro, è in città in questi giorni. E si decide di parlarne in diretta, sul web, in una videoconferenza pubblica, per raggiungere non solo coloro che abitano a San Francisco ma il mondo intero. 
Questo è solo un esempio. 
Ciò che mi sembra sempre più evidente è che l'America sa come pubblicizzare l'arte e sa fare di una piccola mostra un vero e proprio evento imperdibile. L'Italia? Dal mio punto di vista ha ancora molta strada da fare in tal senso... 
Alla prossima  
 



Commenti

Rosanna ha detto…
.....mentre avrebbe molte occasioni e materiali per farlo!
Federica R ha detto…
L'Italia e l'arte così come l'Italia e la cultura non vanno d'accordo... Sebbene qui abbiamo avuto da tempo immemore prestigiosi artisti. Grandi scrittori e famosi giornalisti! Qui non si sponsorizza nulla, però il Fai fa pubblicità in tv dove chiede donazioni. Comunque sia, questa mostra approderà anche nella mia città e come posso non andarci? :) un bacio
Silvia Pareschi ha detto…
Davvero un'idea geniale! Bravi bravi, con il marketing ci sanno proprio fare.
Colin Firth decisamente anche tra i miei preferiti. Posto d'onore anche da parte mia post "Orgoglio e pregiudizio" della BBC (che ancora ogni tanto mi rivedo!). Non ho letto il libro (ho tanti di quei recuperi da fare!) e non ho visto il film (idem) ... ma visto che libri e film sono nei miei "buoni propositi" provvederò a metterli nella wishlist entrambi!
Che dire ... da questa parte di oceano hanno 3 cose di valore (fatta eccezione per la parte naturalistica!) se paragonate alla densità di opere d'arte che abbiamo in Italia, ma le sanno sfruttare e vendere benissimo!
Arianna ha detto…
CHe tristezza la scarsa importanza rivestita dall'arte in Italia. ....e pensare che potremmo vovere di quello e di enogastronomia.

Anche solo passeggiare per Udine nel mio quartiere, vale la pena una visita alla città.

Chissà quando lo capiremo?

Arianna

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