Africa? No, sono ancora in California! Parte II

Safari West - Santa Rosa, CA
Come promesso, eccomi di nuovo qui per la seconda puntata  del Safari West! So che morite dalla voglia di sapere quali sono gli aspetti positivi di questo angolo d'Africa nel nord della California e quindi non posso fare altro che accontentarvi, raccontandovi il prosieguo della giornata trascorsa lì. 
Dopo la passeggiata di circa un'ora tra le gabbie di scimmie, tartarughe, linci e ghepardi, di cui vi ho già ampiamente parlato ieri, siamo entrati in una gabbia un po' più grande nella quale convivono pacificamente - o almeno credo - specie diverse di uccelli. Un piccolo stagno, molti cespugli e qualche albero più alto permettono a questi volatili di divertirsi un pochino. Ho comunque l'impressione che il passatempo più divertente per questi uccellini sia tutt'altro...
Coppia di "Riportoni" - Safari West
Mentre ero intenta ad ascoltare le spiegazioni della donna ranger che ci accompagnava nella visita, sono stata infatti colpita alle spalle: sì, proprio lui, un uccello della specie ora da me nominata dei "Riportoni" (perchè pelato sopra ma con grande disponibilità di chioma ai lati!) mi ha assalito. Il Riportone assatanato e dallo sguardo laser che vedete qui a fianco ha preso la rincorsa e ha conficcato il suo lungo becco nel mio povero polpaccio. Povera me! Mi sono girata, l'ho guardato con odio, ma evidentemente questo non è bastato: la mia espressione non gli doveva sembrare dopo tutto così aggressiva... E quindi si è creato un bel siparietto comico - per gli altri - durante il quale io correvo attorno al gruppo di turisti imbambolati, impersonando l'inseguita, mentre il Riportone malefico faceva la parte dell'inseguitore. Anche se sembra una scenetta divertente, per me non lo è stata affatto! Alla fine mi sono salvata solo grazie al prezioso intervento della Power-donna-ranger che ha allontanato il Riportone assassino. "O Power-donna-ranger: ti sarò grata per sempre perchè mi hai salvato la vita!". 

E fu così che da quel momento cominciai a prestare attenzione alle parole di spiegazione della Power-donna-ranger, a cui fino a quel momento non avevo badato più di tanto; ho saputo fingere grande interesse per la durata della covata delle uova, per la tipologia di penne e piume, per i nascondigli preferiti di quegli uccellacci... solo che sono durata, credo, due minuti... Poi ho ripreso a fare fotografie!
Safari West

Ma dopo qualche tempo, finalmente è arrivato il fatidico momento: tutti sulla jeep per il giro del parco! Ed ecco qui il mezzo di cui sto parlando...





Safari West

Siamo stati affidati ad un secondo ranger, più prestante, più sorridente, più simpatico... insomma, più... maschio?

Prima dell'effettiva partenza, c'è stato un altro momento che ci tengo a raccontarvi: 
"Chi vuole salire sul tetto della jeep? Alzi la mano!" - dice il ranger. Naturalmente Leo ed io alziamo tutto-il-tuttibile. Poi ci giriamo accorgendoci che solo noi due e uno schiappo di bambini indiani sotto di noi aveva alzato la mano. Per decidere chi far partire per primo - quindi noi oppure i nanetti indiani - il ranger aggiunge: "Ok, adesso dite un numero ad alta voce; chi si avvicina di più al numero che sto pensando io, vince. Uno, due, tre... via!". "Cinquanta!" dice Leo. "Cinquanta o quindici?" - chiede il ranger. "Cinquanta!" ripete Leo. E fu così che vincemmo la partenza! 
Ma ahimè lo sguardo triste e sconsolato degli indiani in attesa dell'epico momento che li vedeva protagonisti sul tetto della jeep, ci ha fatto sentire in colpa, e dopo esserci guardati per un secondo negli occhi, abbiamo deciso di cedere il posto ai nanetti. E così siamo partiti: indiani sopra in tripudio, e noi due sotto con le orecchie un po' basse insieme a nonni e mamme indiane.
Tragitto delle jeep - Safari West

Il giro attraverso la riserva è durato più di un'ora. 
Safari West
Safari West
Di tanto in tanto incontravamo altre jeep che partivano con regolarità svizzera dal centro del Safari West; ad ogni modo, vi era una certa distanza tra un gruppo e l'altro e ci si poteva godere bene i luoghi e i paesaggi incredibili che sbucavano dietro le colline.  
Pareva, a tratti, di essere veramente in Africa perchè c'era davvero tutto quello che uno si immagina di questo Continente. Ho pensato quindi che il sito ufficiale si riferisse proprio a questi scenari (vi rimando al post precedente per i dettagli del discorso...).

Il ranger a cui era affidata la guida della nostra jeep si fermava spesso per aprire e chiudere i cancelli dei recinti attraverso i quali passavamo, per spiegarci anche quali erano le specie e le caratteristiche degli animali che stavamo vedendo: giraffe, antilopi, rinoceronti, zebre che se ne stavano beate nei loro ampi spazi assolati e verdeggianti. 
Giraffe - Safari West
Coppia di rinoceronti - Safari West























Forse i rinoceronti ci hanno fatto un po' più pena, distesi sulla sabbia che respiravano. Ad un certo punto si è formata una nuvola talmente alta da impedirci quasi di vedere questi due animali. Pareva comunque si stessero rilassando al calduccio. Poco più in là c'era una pozza di acqua verdognola che li aspettava, in caso.







Zebre - Safari West
Per quanto riguarda invece le zebre, devo dire che non pensavo sinceramente fossero così simili ai cavalli, con zoccoli, criniera e nitriti vari. E ignoravo pure che questi animali hanno la spina dorsale così debole da non poter portare pesi o essere cavalcati. Tra l'altro, pare che non sopportino nemmeno che qualcuno li prenda da dietro, perchè questo ricorda loro l'attacco dei leoni. Ne risulta quindi che le zebre sono alquanto difficili da avvicinare e quasi impossibili da domare, a differenza dei ghepardi che sono nati nella riserva, nella quale vivono ormai da undici anni, che pare siano stati addomesticati e che si riesca persino a portarli al guinzaglio.
Ghepardo - Safari West
Non che la cosa mi piaccia gran che, visto che non credo possano fare la parte del cane, pur sembrando dei bei cucciolotti! Mi stupisco comunque del fatto che un ghepardo sia alla fine più gestibile di una zebra: lo potevate immaginare?
Safari West
Un'altra cosa che mi ha stupito molto è stata la grande familiarità con cui alcuni animali si avvicinavano ai rangers. Ecco per esempio che cosa è successo mentre la nostra guida si è fermata a raccontarci alcune curiosità su questi animali. Pareva cercassero affetto, se non il cibo...

Il giro sulla jeep è stato veramente emozionante, specialmente a partire dal momento in cui il ranger si è fermato per fare scendere i nanetti indiani dal tetto: finalmente era arrivato il nostro turno! E noi non stavamo più nella pelle, continuavamo a pensare al momento in cui avremmo dominato con lo sguardo tutta la valle. Ed ecco che la nostra attesa veniva finalmente premiata. Il sole stava calando e la luce si stava facendo sempre più calda, le ombre più lunghe.
Safari West
La strada sabbiosa si inerpicava tra le colline, a volte stringendosi pericolosamente, fino a farci tremare un po'. 

Safari West
Ma era talmente emozionante che il brivido si trasformava rapidamente in un piacere sottile e delicato. 
Nel frattempo, lo sguardo poteva perdersi in quel paesaggio bucolico e rasserenante, catturato dalla curiosità di scoprire che cosa si nascondesse dietro l'angolo, che cosa avremmo visto dopo la successiva curva. 
Il viaggio è esplorazione, scoperta, appagamento dei sensi...
 
E quindi, guidati da queste sensazioni, siamo giunti alla fine del nostro peregrinare, concludendo degnamente una giornata piena, che ci ha regalato un nuovo sguardo verso la natura. 
Tutto sommato, mi vien da dire che il Safari West non è poi così male e io ci tornerei volentieri, magari con i nipotini. Vorrei proprio vedere le loro faccette divertite e sorprese sulla jeep!
Alla prossima avventura allora,
Sabina
  

 

Commenti

Rosanna ha detto…
E così ci siamo fatti comodamente il nostro safari ! grazie alla reporter per gli scritti e le foto

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